domenica 11 luglio 2010

percezioni - lettera a Settesere del 7/2010

Finalmente quest’estate abbiamo tutti preso coscienza che il calore percepito è molto peggio dei vecchi cari gradi centigradi. Tutta colpa dell’umidità. In effetti era ora che si definisse una nuova unità di misura, sicuramente più democratica, in grado di rendere giustizia del malessere di tutti coloro privi di aria condizionata. Quasi quasi verrebbe da diffidare anche dei metri, dei litri, dei grammi, e pure dei kilobytes. E pensare che illustri fisici e matematici per secoli si sono arrovellati per raggiungere il sacrosanto obbiettivo di individuare le indiscutibili unità di misura. Ora invece finalmente abbiamo capito che quello che conta è la “percezione”, l’individuo e la sua soggettività vanno giustamente valorizzati e rispettati: al lavoro ti senti stanco anche se hai perso solo 15 calorie? E’sicuramente colpa della percezione di stanchezza aggravata dal livello soggettivo di stress. Ma allora perché non cercare di migliorare semplicemente la percezione? In fondo è quella che conta. Che ce ne importa di gradi, di chili, di litri…lavoriamo su noi stessi, miglioriamo il nostro rapporto con il mondo, miglioriamo la nostra percezione del mondo: siamo o non siamo figli della new-age? Sicuramente è questa la soluzione, io però avrei un piccolo problema con l’unità di misura del denaro: non capisco come mai il mio “valore percepito” in euro è così peggiorato negli ultimi tempi. Ma e’ probabile che io abbia difficoltà con le nuove unità di misura.