giovedì 14 gennaio 2010

narcoTV

...e intanto che noi guardavamo la televisione, negli ultimi 15 anni ci hanno portato via tutto il resto..

Quando il gioco si fa duro

La crisi di cui tutti parlano, ma di cui solo alcuni stanno subendo gli effetti, non ha di fatto ancora colpito il nostro tenore di vita.
Sta accadendo però qualcosa di molto pericoloso.
Quando le risorse calano, ovvero ci sono meno ossa da piluccare, i cani attorno alle poche ossa si incarogniscono.
Se nella società, e noi siamo in questa situazione, non ci sono saldi principi morali condivisi, una forte etica accompagnata da un comune senso di solidarietà per i deboli, un senso della comunità che si rafforza nel pericolo comune, accade che prendono il sopravvento le forze centrifughe, l'istinto di sopravvivenza individuale, fino a sconfinare nella soppraffazione.
Curiosamente questo accade tanto nelle società tecnologicamente evolute quanto nelle società primitive.
Nella politica questo è prassi da tempo, si assiste a comportamenti che sono esattamente il contrario di quello che viene detto a parole, poi se qualcuno esprime brutalmente come la pensa viene bollato come demagogo o antidemocratico, ma sono tutti assimilabili nella sostanza.
Nella società civile finora non si era vista tale brutalità nell'accesso alle risorse, ma da quando c'e' la crisi le cose sono cambiate. Esempi?
Al supermercato: accaparramento, spintoni alle offerte 2x1, assalto ai mercatini dell'usato, aumento della maleducazione.
Tra Aziende: comportamenti scorretti, accaparramento dei clienti con offerte al ribasso o tangenti, martirizzazione dei fornitori, degenerazione complessiva dei rapporti.
Nel mercato del lavoro: razzismo e ostilità verso lavoratori stranieri, spostamento da lavoro fisso a precario e conseguente lotta fratricida tra poveri per l'accaparramento del poco lavoro esistente, comportamenti non etici e degenerazione dei rapporti individuali.
Tra classi sociali: aumento del divario tra benestanti e poveri, aumento del divario tra pubblico impiego e lavoratori privati, percezione di privilegi ingiustificati, invidia, tendenza a chiudersi nella casta.
Tra culture e religioni: diffidenza, radicalismo, tendenza a deviare conflitti economici nella sfera dei conflitti religiosi.
Insomma ci stiamo disgregando dall'interno.
A differenza del dopoguerra in cui cose simili avvenivano all'indomani della distruzione del paese, la causa era esterna, e la società venendo dalla miseria VOLEVA reagire, ora veniamo dalla ricchezza accompagnata dalla non-etica, quindi non abbiamo gli strumenti per reagire.
Se si ritornerà a una situazione di maggiore ricchezza disponibile, sarà molto dura comunque ricostruire le fondamenta della nostra società.
Una società che ha perso la bussola dell'etica e della moralità è la più esposta agli autoritarismi, alle ideologie dogmatiche e totalitarie, che guarda caso riescono sempre a riempire i vuoti di moralità.