lunedì 22 novembre 2010

Diritti distorti

Quando si discute di diritti fondamentali è inevitabile la creazione di schieramenti contrapposti: il diritto sacrosanto di qualcuno si scontra inevitabilmente col diritto di qualcun altro, così infatti abbiamo il diritto di sciopero nei trasporti che si scontra col diritto al lavoro dei pendolari, il diritto alla pensione degli attuali pensionati che si scontra col diritto di andarci in futuro con una cifra decente, il diritto alla religione e il diritto alla laicità, ecc... Ma ci sono anche diritti molto più modesti che vengono continuamente calpestati da tutti: il diritto alla mobilità per chi è svantaggiato e si trova barriere architettoniche e auto sui marciapiedi, il diritto al civismo per chi abita in condominio, il diritto al buon gusto per chi guarda la televisione,il diritto alla sicurezza per chi sta in casa a porte aperte, il diritto al rispetto per chi si mette in fila. Ma c’è un diritto dimenticato che riguarda la educazione dei nostri bambini: non e’ il diritto allo studio,che nessuno metterebbe mai in discussione, bensì il diritto ad…avere il fondoschiena pulito .., sì perché nelle nostre scuole manca cronicamente la carta igienica nei bagni dei bambini. l’Istituzione Scolastica non se la può permettere. D’altra parte fornire privatamente il prezioso rotolino al proprio bambino potrebbe ledere il diritto alle pari opportunità degli altri meno fortunati. E così mentre i nuovi diritti fondamentali ( gli zaini firmati, i telefonini, l’iPod, messenger, le merendine.. ) assorbono le risorse familiari, il trattamento riservato ai diritti di serie B sta lì ad attestare il livello di inesorabile declino sociale che ci stiamo meritando.

domenica 19 settembre 2010

Lettera a settesere, pubblicata il 16/9/2010

Spett. redazione di Settesere,
Vorrei esprimere il mio ringraziamento agli studenti che quest’estate hanno volontariamente lavorato a restaurare e ridipingere magistralmente il chiostro della Scuola di Musica Sarti di Faenza. Si tratta di un gesto “a chilometri zero” che dovrebbe servire da esempio e far riflettere non solo i coetanei ma insegnanti e allievi di tutte le scuole e i responsabili delle istituzioni.
In un sistema scolastico che va a catafascio a partire dagli immobili, con infame abbandono da parte delle istituzioni, è significativo che alcuni studenti si siano sentiti al contrario affezionati al proprio ambiente, al proprio baricentro formativo, tanto da dedicare volontariamente il mese di agosto al recupero di uno degli spazi.
Se tutti gli studenti, in tutte le scuole , dedicassero 30 minuti a ripulire l’aula, il proprio banco , gli spazi che abitano quotidianamente, sarebbe forse così disdicevole? E i tre mesi estivi di chiusura delle scuole non potrebbero essere utilizzati in parte per lavori di utilità e logistica?
Ma ahimè abbiamo degli ostacoli insormontabili e sacrosanti: le ferie del personale scolastico, le norme sulla sicurezza, la terziarizzazione dei servizi, ecc,ecc...
Peccato.
Ora con l’abolizione del servizio militare non si ha neanche più l’opportunità di imparare a tenere in mano un secchio e uno scopone.
Non ci resta che sperare in una ulteriore riforma scolastica , in cui auspicabilmente venga introdotto un corso (a pagamento, s’intende) sull’utilizzo corretto delle attrezzature e delle sostanze chimiche per le pulizie,o sulle tecniche di ripristino degli intonaci, per poi cercare disperatamente di piazzare i nostri studenti in uno “stage” estivo in qualche azienda che abbia l’esigenza di tenere puliti i bagni gratuitamente.

mercoledì 25 agosto 2010

il tassello mancante

ecco, il momento è arrivato: ora so che ci sei ancora, cara insostituibile amica di un tempo, persa in un passato tumultuoso, maltrattata senza colpa, e per sempre persa. Una delle mille strade che percorro nella rete per caso si è reincrociate con la tua, e finalmente ho la certezza che il tuo carattere forte ti ha consentito di arrivare fino ad oggi. Mille domande tornano a galla, le stesse che mi hanno cigolato in testa in questi anni, periodicamente, regolarmente: dove sarai, come starai, ce la farai? E di nuovo duole la ferita, il tassello mancante, le nostre conversazioni, quel filo che ci univa. Scelte di allora, prezzo da pagare, passato.
Ma oggi finalmente sto meglio immaginando che stai bene. E tu sarai un'altra.

lunedì 2 agosto 2010

Sempre

nulla è per sempre, forse i rimorsi.

domenica 11 luglio 2010

percezioni - lettera a Settesere del 7/2010

Finalmente quest’estate abbiamo tutti preso coscienza che il calore percepito è molto peggio dei vecchi cari gradi centigradi. Tutta colpa dell’umidità. In effetti era ora che si definisse una nuova unità di misura, sicuramente più democratica, in grado di rendere giustizia del malessere di tutti coloro privi di aria condizionata. Quasi quasi verrebbe da diffidare anche dei metri, dei litri, dei grammi, e pure dei kilobytes. E pensare che illustri fisici e matematici per secoli si sono arrovellati per raggiungere il sacrosanto obbiettivo di individuare le indiscutibili unità di misura. Ora invece finalmente abbiamo capito che quello che conta è la “percezione”, l’individuo e la sua soggettività vanno giustamente valorizzati e rispettati: al lavoro ti senti stanco anche se hai perso solo 15 calorie? E’sicuramente colpa della percezione di stanchezza aggravata dal livello soggettivo di stress. Ma allora perché non cercare di migliorare semplicemente la percezione? In fondo è quella che conta. Che ce ne importa di gradi, di chili, di litri…lavoriamo su noi stessi, miglioriamo il nostro rapporto con il mondo, miglioriamo la nostra percezione del mondo: siamo o non siamo figli della new-age? Sicuramente è questa la soluzione, io però avrei un piccolo problema con l’unità di misura del denaro: non capisco come mai il mio “valore percepito” in euro è così peggiorato negli ultimi tempi. Ma e’ probabile che io abbia difficoltà con le nuove unità di misura.

lunedì 1 febbraio 2010

ANSA ultim'ora:

Berlusconi:"sono contro il lavoro nero". Senegalesi stigmatizzano. La lega plaude. Berlusconi rettifica: "intendo dire che sono contro il lavoro sommerso". Sindacato dei palombari insorge. La lega prende le distanze.
Nel frattempo la sinistra si interroga sul significato di entrambe le affermazioni, in attesa di esprimere una posizione.

giovedì 14 gennaio 2010

narcoTV

...e intanto che noi guardavamo la televisione, negli ultimi 15 anni ci hanno portato via tutto il resto..

Quando il gioco si fa duro

La crisi di cui tutti parlano, ma di cui solo alcuni stanno subendo gli effetti, non ha di fatto ancora colpito il nostro tenore di vita.
Sta accadendo però qualcosa di molto pericoloso.
Quando le risorse calano, ovvero ci sono meno ossa da piluccare, i cani attorno alle poche ossa si incarogniscono.
Se nella società, e noi siamo in questa situazione, non ci sono saldi principi morali condivisi, una forte etica accompagnata da un comune senso di solidarietà per i deboli, un senso della comunità che si rafforza nel pericolo comune, accade che prendono il sopravvento le forze centrifughe, l'istinto di sopravvivenza individuale, fino a sconfinare nella soppraffazione.
Curiosamente questo accade tanto nelle società tecnologicamente evolute quanto nelle società primitive.
Nella politica questo è prassi da tempo, si assiste a comportamenti che sono esattamente il contrario di quello che viene detto a parole, poi se qualcuno esprime brutalmente come la pensa viene bollato come demagogo o antidemocratico, ma sono tutti assimilabili nella sostanza.
Nella società civile finora non si era vista tale brutalità nell'accesso alle risorse, ma da quando c'e' la crisi le cose sono cambiate. Esempi?
Al supermercato: accaparramento, spintoni alle offerte 2x1, assalto ai mercatini dell'usato, aumento della maleducazione.
Tra Aziende: comportamenti scorretti, accaparramento dei clienti con offerte al ribasso o tangenti, martirizzazione dei fornitori, degenerazione complessiva dei rapporti.
Nel mercato del lavoro: razzismo e ostilità verso lavoratori stranieri, spostamento da lavoro fisso a precario e conseguente lotta fratricida tra poveri per l'accaparramento del poco lavoro esistente, comportamenti non etici e degenerazione dei rapporti individuali.
Tra classi sociali: aumento del divario tra benestanti e poveri, aumento del divario tra pubblico impiego e lavoratori privati, percezione di privilegi ingiustificati, invidia, tendenza a chiudersi nella casta.
Tra culture e religioni: diffidenza, radicalismo, tendenza a deviare conflitti economici nella sfera dei conflitti religiosi.
Insomma ci stiamo disgregando dall'interno.
A differenza del dopoguerra in cui cose simili avvenivano all'indomani della distruzione del paese, la causa era esterna, e la società venendo dalla miseria VOLEVA reagire, ora veniamo dalla ricchezza accompagnata dalla non-etica, quindi non abbiamo gli strumenti per reagire.
Se si ritornerà a una situazione di maggiore ricchezza disponibile, sarà molto dura comunque ricostruire le fondamenta della nostra società.
Una società che ha perso la bussola dell'etica e della moralità è la più esposta agli autoritarismi, alle ideologie dogmatiche e totalitarie, che guarda caso riescono sempre a riempire i vuoti di moralità.