mercoledì 30 dicembre 2009

Lettera Settesere del 29/12/2009

Ma il Mato Grosso dov’è?
Anche quest’anno si è svolta la tradizionale raccolta faentina per il mercatino di beneficenza del Mato Grosso. La memoria va indietro di trent’anni quando anche io partecipavo con energia e slancio alla iniziativa della parrocchia di san Giuseppe, girando per Faenza a bordo di camioncini scassati a svuotare cantine. Allora, attraverso la vendita di ferro, vetro, cartone, plastica, si raccoglievano fondi da destinare alla organizzazione che aiutava le sfortunate popolazioni del Mato Grosso. Grazie al volontariato la finalità è rimasta, e già da diversi anni alla raccolta viene abbinato il mercatino, anzi, una vera e propria fiera dell’usato, che viene regolarmente presa d’assalto da masse impensabili e crescenti di popolazione faentina, alla ricerca di un benessere di seconda mano per pochi euro. A ben guardare se si va a tale fiera sembra di essere più nel suk di Marrakech che in via Boaria, ma questo è semplicemente l’effetto pittoresco dei cambiamenti degli ultimi anni. Quel che però accade nelle vie della città, tra le cataste di roba che i faentini lasciano sui marciapiedi per il Mato Grosso, è forse ancora più curioso: emerge una umanità nascosta, furba quanto disperata, che fruga nella cataste alla ricerca del meglio gratuito, che si muove con circospezione e velocità in barba ai legittimi destinatari della raccolta, che litiga e si azzuffa su un pezzo di giocattolo, su un rottame di elettrodomestico, su un passeggino sbilenco. Difficile definirli “ladri”. Difficile dire se questi sono più disperati di un lontano miserabile del Mato Grosso, ma questi li abbiamo visti da vicino. E sono in mezzo a noi tutti i giorni.

sabato 5 dicembre 2009

TRAIETTORIE

capita talvolta di rimanere colpiti da una frase , da un frammento di pensiero fuoriuscito da persone che casualmente stavi incrociando , ma che ti centrano in un tuo stato d’animo come se quel pensiero, quella frase fosse la tessera che ti mancava da sempre per completare il tuo puzzle E ti viene una ansia di scoprire chi è quella persona che hai incrociato per caso, hai la quasi certezza che il suo sentire era troppo simile al tuo per lasciarla andare via senza chiederle qualcosa, e ti ritrovi a inseguirla, senza sapere neanche perché, sempre più forte è il desiderio di incrociare di nuovo quella traiettoria, di trovare altri elementi che ti confermino nella affinità, ….si, la tua traiettoria è stata perturbata , ma la sua? Chissà. Chissà se c’è stata reciprocità…ma trattandosi di casualità, la probabilità che anche l’altra traiettoria abbia percepito qualcosa è infinitesimale, e col tempo forse si farà strada la consolazione che comunque da qualche parte qualcuno col tuo sentire c’è.