martedì 24 gennaio 2006

Lettera settesere del 24/1/2006 - commenti all'articolo del Sindaco Casadio sul nuovo Piano Strutturale

Spett redazione di Settesere,

In relazione alla lettera alla citta’ del sig. Sindaco ing. Claudio Casadio nella quale si illustra il progetto del piano strutturale, mi sembra di capire che si sta predisponendo una ulteriore fase di urbanizzazione del territorio nei prossimi anni, dopo un quinquennio in cui a Faenza l’edilizia sembra essere stata comunque l’unica attivita’ in crescita.
Capisco che il piano, articolato in dieci punti di eccellenza, terrà conto di un adeguato bilanciamento di esigenze di sviluppo urbanistico e ambientali, anticipando le esigenze di un territorio che intende svilupparsi nel rispetto dell’etica ambientale, della vivibilita’, evitando urbanizzazioni selvagge o viabilita’ insostenibili.
Ma non puo’ sfuggire che alla fine del prossimo decennio il territorio avra’ subito una ulteriore trasformazione, gli investimenti di conseguenza saranno attratti ancora dal mercato immobiliare, a danno di altre attivita’ di impresa piu’ “rischiose” e meno remunerative.
Sicuramente il sig.Sindaco e l’amministrazione avranno valutato tutti gli aspetti, mi piacerebbe pero’che in futuro fosse data anche qualche informazione numerica riguardo ad es. al numero di ettari di terreno agricolo che verranno convertiti in edificabili, quanti metri quadrati saranno dedicati a edilizia agevolata, quanti asili, scuole, presidi sanitari e servizi saranno previsti nei nuovi insediamenti, oltre ai sacrosanti metri di piste ciclabili. Se la prospettiva e’ quella di ritrovarsi in un unico agglomerato urbano da CastelBolognese a Brisighella, a Granarolo, sarebbe sgradevole trovare disponibilità all’asilo dall’altra parte del comprensorio, oppure dovere fare 40 km per un ricovero in pediatria o cardiologia. Altrettanto sgradevole sarebbe ritrovarsi tanti bei negozi e capannoni vuoti poiche’ nel frattempo le aziende che dovevano entrarci sono rimaste vittime della globalizzazione e della concorrenza orientale.
Sembrerebbe infine utopistico sperare di poter ancora godere di un tramonto sulle colline con sfondo di frutteti dal ponte della castellina, o mantenere l’intimita’ delle coppiette all’olmatello non violata dalle luci di un continuo urbano di 600Km quadrati.