giovedì 21 ottobre 2021

Il COVID NON ESISTE

Dopo quasi due anni di pandemia possiamo dire che gli scienziati si sono sbagliati? Certamente, perché il COVID19 non è un virus stupido, non è affatto un aggregato molecolare privo di strategia e diabolica intelligenza. E’ di tutta evidenza che il COVID 19 non produce i danni maggiori a soggetti fragili e anziani attraverso le polmoniti bilaterali o le trombosi, bensì attaccando il cervello, le sinapsi e i meccanismi cognitivi di base, e cercando al contrario di mantenere in vita il soggetto colpito. Questo infatti permette al virus di propagarsi non attraverso le “droplets”, le famigerate goccioline, ma attraverso altri meccanismi ancora in parte sconosciuti. E’ evidente quindi che il vaccino è totalmente inefficace sul medio lungo termine. Virologi, infettivologi, immunologi non hanno gli strumenti scientifici adatti a studiare il problema, e forse bisognerebbe rivolgersi a esperti della mente: mentalisti, psicologi, psichiatri? Alcuni numeri: ad oggi in italia ci sono stati 4,7 milioni di soggetti contagiati o ammalati di cui 132000 deceduti. D’altro lato ci sono oltre 4 milioni di no-vax e no-greenpass vivi e vegeti che continuano a fare proseliti, e quindi è chiara la strategia del Virus: infettare le sinapsi di milioni di persone senza ucciderle, e in questo modo propagarsi con molta più efficacia. Quali sono i sintomi della ben più grave e pericolosa infezione sinaptica? Assunzione compulsiva di informazioni parziali e fake news tramite i social, atteggiamenti di diffidenza e poi di rivolta nei confronti dei sistemi sociali organizzati ( governo, stato, nazioni, organizzazioni multinazionali, ecc…), ricerca disperata di soggetti affini con cui aggregarsi e combattere l’isolamento psicologico della propria condizione, sviluppo di certezze granitiche e riduzione della capacità di analisi di opinioni diverse fino alla impossibilità di cambiare opinione su qualunque argomento. Tutto questo è certamente dovuto alla capacità del virus di ridurre la quantità di collegamenti tra le sinapsi, favorendo la costruzione di mondi paralleli nei quali rifugiarsi, e infine di riprodursi velocemente in soggetti diversi attraverso momenti di forte contagio quali assemblee organizzate, proteste di piazza, rivolte di massa. Chi sono i soggetti fragili che sono più a rischio per questo tipo di contagio? Evidentemente chi non accetta o non comprende il metodo scientifico come base di discussione dei dati, chi ha un vissuto di proteste antisistema per i più svariati motivi (veganismo, rivendicazioni salariali, ecologismo radicale, mancato ascensore sociale, fino a delusione personali, insuccessi, ecc…), e in generale chi pur avendo anche titoli di studio elevati preferisce rimanere nella “comfort-zone” della propria verità. La strategia del virus quindi è intelligente e diabolica: più il contagio avanza, più aumenterà la rivolta nei confronti del “sistema”, più il virus riuscirà a demolire i piloni costituivi della nostra società, fino a frammentare le nazioni ad un aggregato di individui o “monadi” perennemente contrarie a tutto. In questo caso potrebbe avere un senso ricondurre l’origine del virus ai laboratori Cinesi, come raffinata strategia del regime per demolire le democrazie occidentali in maniera definitiva senza muovere un dito né sul piano economico né sul piano militare? Oppure questo virus era già presente da tempo in mezzo a noi e in realtà stava già minando la nostra società? (Andrea Sarneri)

giovedì 29 agosto 2013

Il tuffatore

Le vere decisioni, le decisioni che cambiano la vita, sono sempre il frutto di una sequenza di scelte razionali e motivate, di cui l'ultima, quella determinante, è però sempre irrazionale, emotiva, istintiva. E' come se ci fosse comunque una Provvidenza che si fa carico di aiutarci a fare l'ultimo passo, quello che altrimenti non faremmo. E' come se il tuffatore non riuscisse mai a staccarsi dal trampolino, a meno che non arrivi una forza misteriosa a determinare il successo o l'insuccesso del salto. Io non ci credevo, ma guardandomi attorno temo che sia sempre così.

giovedì 1 agosto 2013

l'equilibrista

Perchè quando si arriva a cinquant'anni è come arrivare in velocità di corsa alla fine di una strada e inchiodare perchè la strada non si capisce dove va. Ci potrebbe essere un burrone, un salto, una buca, una curva stretta. Allora ti fermi scendi e cominci a guardare , ti avvicini al ciglio, lo studi, lo saggi, e magari scopri che da una strada asfaltata si passa improvvisamente a uno sterrato, a un sentiero stretto, oppure la strada termina su un crinale, ti avventuri a piedi su quel ciglio, in equilibrio tra i due dirupi, e se non perdi l'equilibrio riesci ad arrivare dall'altra parte, dove magari la strada ricomincia, forse. Magari scopri anche che è interessante e stimolante giocare a fare l'equilibrista sul crinale, sospeso tra due scelte, di qua o di là, assaporando il piacere di entrambe le possibilità, ma senza decidere per l'una o per l'altra. Potresti stare lì sospeso all'infinito. Chi te lo fa fare di arrivare oltre e riprendere un'altra volta una strada? E' un momento magico, sospeso tra passato e futuro, potresti anche decidere di lasciarti andare a peso morto per uno dei due dirupi, rovinando in fondo, ma senza rimpianti di non aver ripreso alcuna strada, in piena libertà di scelta, finalmente padrone del tuo futuro.

venerdì 14 giugno 2013

in vino veritas

Pensavo a cosa succede quando stappi una bottiglia di buon vino tenuta in cantina per tanto tempo: non subito appena stappi, ma immediatamente dopo si prepara un tumulto di aromi e profumi, ignoti o già vissuti, che si sprigiona lentamente, e poi via via accavallandosi, liberandosi dopo il torpore , e via via sempre di più moltiplicandosi , fino a perdere la cognizione di quanti e quali, tanto ne escono di nuovi e inesplorati all'olfatto. Questo mi è successo. Ma non avevo bevuto, e non è stato il vino.